Strumenti e voci uniti per “Una città in Musica”

È tornato senza restrizioni il concerto in onore di Santa Cecilia nel duomo

Tanta musica proposta con caratteristiche e strumenti diversi. Così, in un duomo affollato come non avveniva da novembre 2019, per la gioia degli organizzatori e degli esecutori dei brani, ha trovato la conferma il format del concerto “Una città in Musica” in onore di Santa Cecilia, patrona dei musicisti e dei cantanti, che la Musica Cittadina Pontremoli, in collaborazione con gli altri complessi, organizza ormai da diversi anni per festeggiare la ricorrenza. Per le prime, i complessi presenti hanno proposto brani composti da musicisti vissuti in epoche e luoghi diversi.

La Musica cittadina, direttore Riccardo Madoni, da Handel (Germania, XVIII sec.) a Holst (Inghilterra, XIX sec.), a Doss (Austria, vivente), a Whitacre (Usa, vivente). Musica, quindi, classica e contemporanea, con la piacevole sorpresa rappresentata dall’esecuzione de “La Vergine degli angeli” (dalla Forza del destino di Giuseppe Verdi) in collaborazione con i “Registri variabili”, per una più che riuscita fusione tra musica e voci. Poi lo stesso ensemble vocale, ha proposto canti popolari irlandesi (An Irish blessing), statunitensi (I am a poor wayfaring stranger) e ucraini (Ninna nanna), in segno di vicinanza ai profughi di quel Paese presenti tra noi.

La Corale S. Cecilia – diretta da Piergino Maurelli e accompagnata all’organo da Federico Orsini – dopo il Padre nostro di Kedroff, l’Ave Maria di Somma e Salve dolce Vergine di Frisisna, ha invitato il pubblico ad unirsi nel canto dell’inno alla Madonna del Popolo, in ricordo della ricorrenza del 400° anno del voto. Canti di ispirazione religiosa anche per il Coro S. Pazienza – Oh guardate begli angeli santi, Ave Maria di Arcadelt, Ave verum di Mozart e Abendlied di Rheinberger – seguiti dal madrigale Chi passa per sta strada di Azzaiolo.

Prima dell’esecuzione della seconda parte del concerto della Musica cittadina, è stata la volta del Coro A.N.A. Monte Sillara, che ha proposto canti di ispirazione alpina composti da De Marzi, Susana, Bernardelli e il canto valdostano Dieu de paix et d’amour, per concludere con la Preghiera dell’Alpino di Veneri. Una bella serata di musica, che ha visto premiati l’impegno e la bravura di musicisti e cantanti dai convinti applausi del pubblico.

Il Corriere Apuano – Antonio Ricci
Fotografia di Walter Massari