Festa con la Musica Cittadina Una storia lunga 190 anni

Un volume racconta gli esordi e quando la politica portò a divisioni e scissioni poi ricomposte

La Musica Cittadina compie 190 anni di vita. Per festeggiare la ricorrenza oggi alle 18.30 ai giardini del Teatro della Rosa sarà presentato un libro sulla storia della banda. ” Fatta di date, di aneddoti, di note ma in particolar modo è fatta di persone – scrivono i bandisti – che hanno condiviso e tramandato valori e speranze che ancora oggi portiamo dentro. Attraverso foto d’archivio e articoli di giornali d’epoca si è voluto omaggiare tutti coloro che,con passione e impegno, hanno contribuito a creare un sodalizio in grado di rappresentare, ancora oggi, un punto di riferimento per la vita della Città di Pontremoli e di tutta la sua comunità”. La data di nascita risale al primo giugno 1832 già nel corso di quell’anno il primo gruppo di 31 soci musicanti suonò in occasione della visita a Pontremoli del Granduca Leopoldo II, giunto in Lunigiana per controllare i lavori sulle strade del Cerreto e della Cisa. Di questa circostanza parlano in una relazione manoscritta il nobile pontremolese Antonio Ricci, pubblicata dallo storico Pietro Ferrari, e il “Registro delle deliberazioni magistrali” che riporta l’invito rivolto alla banda filarmonica in data 26 settembre 1832 ad eseguire brani musicali in occasione dell’arrivo di Leopoldo II.

Lo storico Emanuele Repetti, nel Dizionario stampato nel 1841, segnalava che a Pontremoli esistevano “un’Accademia Filarmonica sotto il titolo poetico dei Risorti Apuani ed una banda civica di dilettanti”. Una storia antica dunque che si è istituzionalizzata gradualmente e che vide come protagonista il maestro Pietro Giovanni Parolini, già direttore dei “Risorti Apuani” passato ad occuparsi anche dei bandisti. Da ricordare nel 1848 tre occasioni in cui la banda pontremolese suonò: per i festeggiamenti organizzati dopo l’allontanamento della guarnigione parmense (28 marzo 1848), in onore di Vincenzo Gioberti, che pernottò a Pontremoli il 18 maggio 1848 presso l’Albergo del Pavone e per un’altra visita del Granduca Leopoldo II (5-7 luglio) ospite a Palazzo Bocconi. La banda fu anche uno specchio delle posizioni politiche tanto è vero che a partire dal 1884 si creò una scissione, socialisti da una parte e cattolici dall’altra: la Società Filarmonica Pontremolese ( nata per iniziativa del Circolo operaio di mutuo soccorso) e la “Banda Bertei, che poi mutò il nome in “Nuova Lega musicale”.

Un contrasto che durò per lungo tempo con vicissitudini varie sino alla rinascita di un complesso unificato nel 1918 con l’ “Unione Musicale Gioacchino Rossini”, affidata alla direzione del maestro Raffaele Romano. Una parentesi durata sino al 1922, quando la banda si divise di nuovo sempre per questioni politiche: dovendo prestare un servizio per l’inaugurazione di un gagliardetto fascista gli ex musicanti (socialisti) della “Filarmonica” decisero di non partecipare. Il trambusto incise anche sulla musica in piazza, poi nel ventennio, rimase la sola “Rossini”. Ma nel dopoguerra la formazione bandistica si ricompattò sotto la direzione del maestro Antonio Moscatelli. Poi prese il nome di Musica Cittadina Pontremoli, diretta dal maestro Dialto Rabuffi. Poi nel 1980 la svolta unitaria con la presidenza di Mauro Fugacci e la direzione del maestro Nicola Orioli. Ora la banda pontremolese è diretta dal maestro Riccardo Madoni e presieduta da Elio Poli.

 

Articolo di Natalino Benacci – La Nazione