Una patrona onorata dall’impegno e dalla passione di tanti musicisti

Ranghi compatti ancora una volta, sabato scorso 24 novembre, nel Duomo di Pontremoli, in occasione dell’ormai tradizionale concerto in onore di Santa Cecilia, patrona dei musicisti, offerto alla cittadinanza dalle diverse formazioni musicali operanti sul territorio.


Non finiremo mai di sottolineare l’importanza di questo appuntamento nella chiesa principale della città: formazioni “laiche” le quali si ritrovano ogni anno con la Corale “S. Cecilia”, di casa in Duomo, riconoscendo alla ricorrenza liturgica un valore che va oltre la dimensione ecclesiale e viene così accolto anche dalla comunità civile, superando ogni idea di separazione dei due livelli.


Che l’appuntamento sia atteso come tappa importante per ogni sodalizio è testimoniato dai mesi di preparazione che lo precedono e, appunto, dalle formazioni presenti al gran completo.


Imponente, come sempre, il colpo d’occhio offerto dalla Musica cittadina, schierata sotto la cupola per lasciare libera la zona del presbiterio per i cori. E alla Banda musicale, diretta da Riccardo Madoni, sono stati affidati l’inizio e la fine del concerto, con brani che vanno da Gounod (“Marche Pontificale”) a Mozart (“Laudate Dominum”); da Wagner (“Corteo di Elsa” dal Lohengrin) a Bach (“4° movimento cantata 140” e “Aria”). Di valore e particolarmente significativo anche il brano “Genesi”, composto da Cristina Mioso, insegnante di pianoforte dell’Associazione Musicale Lunigianese e da qualche anno “musicante” di lusso della Banda.


Un “cameo” delicato e prezioso, come sempre, l’esibizione dei “Registri variabili”, coro a cappella diretto da Stefania Gussoni e composto da sette giovani coriste. Per loro gli applausi sono giunti alla fine dell’esecuzione di un brano di Orlando Dipiazza (“Angelus Domini”) e di “Maria durch ein’n Dornwald ging”, canto natalizio tedesco del ‘500 di autore ignoto.


La Corale S. Cecilia, diretta da mons. Silvano Lecchini, ha raccolto i consensi del pubblico eseguendo con trasporto e bravura due tra i più significativi ed impegnativi cori verdiani: “Va’ pensiero” e “O Signore, dal tetto natio”; altro “mostro sacro” per il terzo brano: il mottetto “Ave verum” di Mozart, di una bellezza che si rinnova ogni volta che viene eseguito.


All’organo, prima come accompagnamento della “S. Cecilia” e poi come solisti, Francesco e Piergino Maurelli hanno regalato ai presenti due applaudite esecuzioni: un brano di Cherubini (“Sonata per organi”, eseguita sui due diversi strumenti del Duomo) e uno di Brahms (“Danza ungherese n. 5” nella trascrizione per organo a 4 mani).


Una momentanea indisposizione ha impedito ad Armano Angella di partecipare alla serata accompagnato al violino da Renzo Cervara. Il programma ha quindi subito una variazione con l’emozionante esecuzione da parte del violinista, accompagnato dall’organo, del brano di Ortolani “Fratello sole, sorella luna”.


Il coro “al Sass”, diretto da Ivano Poli, ha eseguito, a cappella, brani di Kedroff (“Pater noster”), Arcadelt (“Ave Maria”), J. M. Haydn (“Tenebrae factae sunt”) e il canto natalizio tedesco di autore anonimo “Gaudete”; tutti i pezzi, per coro a 4 voci dispari, sono stati premiati dagli applausi del pubblico.


Dopo la seconda parte del concerto della Musica cittadina, la serata si è conclusa con il saluto di mons. Silvano Lecchini, questa volta in veste di proposto del Duomo, e con l’appuntamento al prossimo anno lanciato dal bravo Gianni Beschizza, che ha saputo condurre la serata con la consueta competenza.


Una nota meno allegra viene dalla presenza del pubblico, partecipe e interessato: numeroso, ma niente di più. La fatica di chi, da dilettante e quindi trovando il tempo tra altri impegni, prepara per mesi un concerto di questa portata meriterebbe ben altra risposta!